Ed il sindacato che dice che se ne può parlare???
Ma ci rendiamo conto che nel periodo di prova il lavoratore può venir licenziato in qualsiasi momento senza alcuna altra motivazione se non che "non è adatto a quel lavoro"? Quindi significherebbe regalare alle aziende il diritto ad avere degli schiavi senza alcuna tutela che non possono protestare, non possono iscriversi al sindacato, non possono ammalarsi (non esiste il periodo di comporto malattia), devono accettare qualsiasi orario e qualsiasi mansione... E che dopo sette anni possono venir mandati via senza il minimo problema. Altro che articolo 18!
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E' semplice: dato che le aziende fanno quel che gli pare con i co.co.pro e le (finte) partita iva, rimanevano da ridurre a bestiame tutti gli altri. Pronti, via.
RispondiEliminaCosì poi, secondo Renzi, magggicamente l'economia riprende.
No comment sul sindacato, come dicono dalle mie parti: o trop cota o mal surtida (o troppo cotta o mal riuscita).
Quello che mi fa ridere Giulo è che ci sono già milioni di persone che vivono nella condizione che hai descritto ma sono "invisibili", per il sindacato e per te.
RispondiEliminaUn'altra cosa: la situazione di un dipendente dipende dal contratto che lega il dipendente alla azienda. Quando si tratta un contratto entra in gioco la legge della domanda e della offerta, quindi quando c'è meno lavoro che braccia, inevitabilmente le condizioni del contratto sono inferiori. A quel punto tu puoi decidere se distribuire lo svantaggio su tutti i contratti oppure mantenere le condizioni favorevoli per un groppo di dipendenti e lasciare al "mercato" definire le condizioni degli altri gruppi. Che è quello che è successo e succede in Italia, cioè esistono "diritti" solo per alcuni.
il fatto che non possano iscriversi al sindacato è di poco conto, anzi gli fa risparmiare il costo della tessera.
RispondiEliminaOramai, anche se nessuno lo ha spiegato, si va verso la dequalificazione del lavoro, svolto esclusivamente con l'aiuto di macchine. resistono poche attività sulle quali conviene perdere tempo e denari per ottenere una laurea e poi cercar di emergere per far soldi.
Certo qui da nojos, ci sono molte altre attività, come la politica, i giovani devono guardarsi bene attorno prima di puntare su qualcosa vera.
Il resto è tutto precariato, certo quando gli operai saranno tutti precari, la qualità dei prodotti lascerà molto a desiderare
Fracatz, direi che non è possibile il lavoro de-qualificato in Italia perché costa comunque troppo rispetto allo stesso lavoro fatto all'estero. La stessa cosa vale per il lavoro qualificato, oggi come oggi non ha senso nemmeno sviluppare software in Italia, oltre che produrre acciaio o scarpe. Aggiungi che comunque importiamo manodopera, chiaro che le condizioni contrattuali saranno sempre peggiori. Per fare la prova bisognerebbe perdere il lavoro e poi provare a rientrare.
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