sabato 3 maggio 2014

Patetica Italietta...

Non seguo il calcio e mi disinteresso completamente dei risultati di questo sport. 

Il problema però in Italia è che il calcio fa parlare di sè anche (troppo) al di fuori dell'ambito sportivo. 

Quando sento, come questa sera, di scontri e feriti per una partita, di calciatori che, in diretta TV, vanno a chiedere agli ultras il permesso di giocare, di controlli allo stadio che comunque lasciano passare bombe carta, fumogeni, spranghe, ecc..., di polizia che non riesce a gestire e bloccare i violenti, mi chiedo davvero che Paese del cazzo siamo diventati.


Ad ogni partita saltano sempre fuori questi esagitati che vogliono solo menarsi e che se la prendono, oltre che con i tifosi avversari, con la polizia, con le auto parcheggiate, con i bus, ecc... Il tutto si traduce in un costo esorbitante per la collettività. Oltre che in una figura patetica per lo Stato che non riesce a mantenere l'ordine pubblico.

E allora per tutti questi ultras che bramano di legnarsi perchè non accontentarli riaprendo il Colosseo e, come 2000 anni fa, lasciare che si sfoghino fra loro! Scommetto che SKY sarebbe più che disposta a pagare bene i diritti per trasmettere le moderne lotte fra gladiatori in TV...

Ah, poi, io pollice verso per tutti.


14 commenti:

  1. I Romani avevano esattamente lo stesso problema con le fazioni del "tifo". E il problema nasce dall'esistenza di una plebe a cui non è richiesto di avere alcun valore morale, insieme a chi poi fornisce alla plebe medesima il pane e i giochi in cambio del vantaggio politico. E già i Romani rimpiangevano una "età dell'oro" quando ogni cittadino era "padre coscritto" e ci si aspettava che ognuno desse prova di se in parsimonia, probità e pietà (intesa come rispetto degli avi).

    Al giorno d'oggi si parla solo di "diritti", intendendo dire che una persona acquisisce dei diritti nel momento della nascita, per il solo fatto di esistere. Nessuno invece dice, come dovrebbe essere, che qualsiasi cosa si deve meritare. Il risultato è che non esiste più il concetto di "vero o falso" e nemmeno di "giusto o sbagliato". Un atto di coraggio è uguale ad un atto di vigliaccheria, una vita onesta è uguale ad una vita disonesta, eccetera.

    Alla fine adoriamo il dio dell'egualitarismo, quindi non meravigliamoci se per le strade circolano i mutanti.

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  2. Sarò più esplicito dei commenti precedenti. Questi qui sono spazzatura. Non è possibile che questa spazzatura abbia potere decisionale!!

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  3. ..sopratutto che abbia visibilità. Concordo con la tua opinione.

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  4. @mr.Hyde:
    La spazzatura è il risultato della azione di spazzare. Noi viviamo in una nazione dove il cittadino è un criminale a meno che non provi il contrario, vedi l'apparato di sorveglianza a cui siamo sottoposti che tiene traccia delle nostre spese per verificare se corrispondono al "profilo" che si desume dalla nostra dichiarazione dei redditi. Nello stesso tempo il criminale è un cittadino qualsiasi cosa faccia, vedi il fatto che il 90% dei reati resta impunito e che indagini, processi, condanne ed espiazione della pena sono a discrezione dei Magistrati, quindi esiste il caso che uno che spaccia denaro falso marcisca in galera e un omicida vada a piede libero.

    Il fenomeno italiano degli "ultras" arriva dritto dritto dagli anni '70 ed è una delle tante derivate della spinta a disgregare la società. La "violenza ultras" è un residuato di quella che in origine esisteva nelle strade e viene giustificata nello stesso modo, cioè mescolando la scusa "sono giovani esuberanti" con le "istanze sociali". E parimenti l'altro pezzo del macchinario è il "dispiegamento delle forze dell'ordine", che è analogo allo stadio e alla manifestazione.

    Tutta una cosa centripeta, tipica delle civiltà decadenti.

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  5. non è mica questione di calcio ormai si son superati i tempi per il solito confronto armato che serviva a dare una ripulita e tutti questi avvenimenti a saperli valorizzare e mettere nella giusta evidenza dai media potrebbero venire buoni ed utili alla educazione del nostro amato bobbolo.
    E' bene che l'immaginifico sappia che qui da nojos a roma, come in tute le megalopoli latine americane, se vuole uscir di casa dopo na cert'ora è bene che s'infili il revolver nella cintola,
    Non è giusto che uno che se ne va per i fatti suoi debba essere soggetto a colpi d'arma da fuoco o de piccone senza che abbia la possibilità di difendersi. Schivato il primo colpo può aver la possibilità di replicare facendo magari fuori il pazzo di turno, senza che debba intervenire la magistratura per condannarlo a 20 anni per tre omicidi e poi rilasciarlo dopo aver riconosciuto l'infermità mentale (Kabobo docet).
    Non è giusto che i trasgressori dell'immaginifico che, invece di farsi una famjjia e starsene chiusi in casa davanti la tv, se ne vanno in giro la notte, poi debbano beccarsi una pallottola e trapassare, lasciando traccia di loro per un pajo de giorni scarsi su tutti i media del generoso bobbolo e su questo bel blogghettino purtroppo letto da pochi, perchè anche l'dea del colosseo è sempre stata nella mia mente

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  6. E' che gli italiani non sono un popolo, c'è poco da fare.
    Sono un'accozzaglia individualista, irresponsabile e cialtrona.
    Ci sono le eccezioni, ma sono appunto tali.

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  7. Secondo me si dovrebbero chiudere gli stadi per sei mesi ogni volta che i cosiddetti ultras rompono, in senso lato ma anche concreto e multare pesantemente le squadre che supportano, solo che ci son troppi soldi che girano intorno al calcio perché si voglia (possa?) farlo.

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  8. Aggiungo: e togliere 20 punti alla squadra.

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  9. purtroppo in qualche modo fanno comodo alle società di calcio.

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  10. da allenatore di calcio dico che il problema principale è rappresentato da chi non riesce a fare a meno di tutto questo show, perché di questo stiamo parlando. Non di tratta più di sport si tratta di business, di partite giocate sempre ad ogni ora.
    Ciò che mi spaventa è che tutto questo si vede, in percentuale minore, anche nel calcio dei giovani, dove conta sempre di più il risultato a scapito dell'educazione sportiva...
    Insomma difficile davvero difficile, soprattutto perchè non c'è la volontà di fermare tutto questo.

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    1. Da quello che mi raccontano genitori con figli che giocano a calcio è proprio come dici tu...

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    2. Il fenomeno è più complesso.

      Esistono centri di potere che sono in grado di "formare" il consumatore con i suoi gusti e i suoi bisogni.
      Per farlo ti serve: marketing spietato, controllo del legislatore tramite azione di lobbying, controllo dei media e controllo della scuola.

      Lo "sport" è un prodotto come un altro. I prodotti che ci vengono proposti sono funzione di "modelli comportamentali" che per semplificare si possono riassumere ne "l'eterno adolescente". Le reazioni che vediamo nella gente tutti i giorni, mentre nel passato erano originate da ignoranza, oggi che per essere ignoranti bisogna farlo apposta, sono originate da infantilismo.

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