Idealmente per governare un Paese servono delle persone, elette dai cittadini, che sappiano creare ed organizzare le linee politiche ed economiche su cui il Paese dovrà muoversi. A questi politici viene richiesta una buona visione generale della situazione, capacità di coordinazione e capacità di intermediazione per poter al meglio armonizzare le diverse richieste del popolo.
Idealmente questi politici dovrebbero circondarsi di esperti dei vari settori che li consiglino e che sappiano mettere efficacemente in pratica le linee politiche ed economiche desiderate.
Il problema della cosidetta "democrazia diretta" tanto amata dai grillini del M5S è che mette tutte le decisioni direttamente nelle mani di chi non è né politico, né esperto. In pratica dà la possibilità a qualsiasi idiota privo delle necessarie basi di studio, esperienza e preparazione, di prendere delle decisioni unicamente su un'onda emotiva, decisioni che possono facilmente rivelarsi inattuabili o, peggio, portare a risultati opposti a quelli voluti. Decisioni che non sono frutto di studio e confronto approfonditi ma che nascono (e muoiono) nell'arco di pochi giorni, spesso alimentate ad hoc da professionisti della comunicazione.
Sappiamo tutti che la situazione politica italiana non è quella ideale da me descritta nella prima parte di questo post, ma dovremmo tendere a quello, non a voler scegliere, solo perché il sistema è avariato, qualcosa in cui già i presupposti sono sbagliati e che non potrà portare miglioramenti ma è solamente in grado di creare danni ancora maggiori.
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Premessa: la democrazia rappresentativa non ha mai funzionato, in nessuna epoca storica. La ragione è semplice e ovvia: la democrazia rappresentativa funziona sulla base dei gruppi di interesse, altrimenti noti come "lobby". In sostanza chi ha più soldi da "investire" fa in modo che i rappresentanti eletti operino non nell'interesse generale ma per quello del gruppo di interesse a cui fa riferimento. A seconda di quanto è efficace questo meccanismo, la democrazia rappresentativa si configura come una oligarchia, ovvero (cit.) "Regime politico o amministrativo caratterizzato dalla concentrazione del potere effettivo nelle mani di una minoranza, per lo più operante a proprio vantaggio e contro gli interessi della maggioranza."
RispondiEliminaLa democrazia diretta implica due fasi, la prima è quella assembleare, dove ci si riunisce, si discute e si vota. La seconda fase segue la prima ed è il momento in cui le decisioni prese in assemblea si traducono direttamente nella vita di chi ha partecipato.
La "democrazia diretta" contemporanea è una finzione per due ragioni, la prima è che la fase assembleare non esiste nel mondo fisico, tra persone fisiche ma nel mondo "virtuale" dove un cretino diventa un genio, gli asini volano, eccetera. Ma la ragione più importante è la seconda, ovvero le decisioni prese in assemblea non vengono pagate in prima persona da chi vi ha partecipato ma vengono "diluite" sopra/dentro tutta la collettività, che è cosi ampia da rendere praticamente irrilevanti le conseguenze e quindi le responsabilità a livello individuale. E' come dire che io voto la guerra contro l'Islanda ma poi ne io ne nessuno dei miei familiari, amici o conoscenti dovrà combattere perché al fronte ci andranno altri. La distanza tra il momento delle decisioni e quello delle responsabilità è cosi grande che le decisioni possono essere letteralmente qualsiasi, ergo, qualsiasi scemo può decidere qualsiasi cosa e non fa differenza.
Il problema di fondo è ancora un altro: qualsiasi sia il sistema con cui un Popolo determina le decisioni generali, la gestione della Res Publica, i risultati dipendono dalla natura del Popolo medesimo, ovvero alla fine hai il Re o il Parlamento o la Assemblea che ti meriti.
nelle dittature e nelle monarchie senza diritti costituzionali tutto il sapere amministrativo si tramanda di padre in figlio e così di generazione in generazione dopo tanti secoli quei luoghi divengono perfetti ed invidiabili per la correttezza amministrativa.
RispondiElimina(questo perché l'essere umano fu fatto ad immagine e somiglianza SUA)
Se a votare sono quelli che danno del pidiota a chiunque esprima idee non conformi al verbo grillino, la democrazia diretta è da evitare come la peste. Il resto è aria fritta
RispondiEliminaoggi la politica è fatta da dilettanti e pertanto non va!
RispondiEliminaLa parola "politica" significa "la (buona) amministrazione della cosa pubblica". In linea generale, se chi fa "politica" avesse come scopo la buona amministrazione delle nostre cose, non ci sarebbe il problema.
EliminaMa come ho scritto sopra, la democrazia rappresentativa non funziona sulla base dell'interesse generale, funziona sulla base della composizione di interessi particolari più o meno sovrapponibili o contrapposti, ovvero il gioco dei "gruppi di interesse" o "lobby".
Il politico professionista ha un allevamento di tacchini, che sono i suoi elettori, a cui promette un po' di becchime e poi ha dei referenti, che sono i capoccioni, palesi ed occulti, di uno o più gruppi di interesse. Questi capoccioni finanziano il politico professionista e i suoi amici, quindi il politico professionista risponde a loro e non ai suoi elettori.
Ecco spiegato il senso autentico del famoso paragrafo della Costituzione che toglie ai rappresentati eletti il famoso "vincolo di mandato". Significa che l'eletto non risponde agli elettori ma ad un generico "interesse nazionale", che alla fine è l'interesse dei gruppi a cui il politico deve rispondere.
Riguardo il "dilettante", faccio presente che nelle democrazie antiche le cariche pubbliche erano assegnate per sorteggio a cittadini a caso, i quali rimanevano in carica per un periodo e poi venivano sostituiti da altri presi a caso.